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Republiche, ò come Principato; le quali hanno havuto
(come diverfi principj) diverfe leggi ed ordini. Perchè
ad alcune, ò nel principio d' effe, ò dopo' non molte
tempo, sono state date da un folo e leggi, ed ad un
tratto, come quelle che furono date da Licurgo agli
Spartani. Alcune le hanno havute à cafo, ed in più
volte, e fecondo li accidenti, come Roma. Talchè
felice fi può chiamare quella Republica, laquale for-
tisce uno huomo si prudente che le dia leggi ordinate
in modo, che fenza haver bifogno di corregerle, pofla
vivere ficuramente fotto quelle. Et fi vede che Sparta
le offervò più che ottocento anni fenza, corromperle,
ò senza alcuno tumulto pericolofo. E pel contrario
tiene qualche grado d' infelicità quella città, che (non
si sendo abbattuta ad un ordinatore prudente) è necef-
fitata da fe medefima riordinarfi. E di queste ancora
è più infelice quella, che è più discolto dall' ordine;
e quella è più difcofto, che con i fuoi ordini è al tutto
fuori del dritto cammino, che la polla condurre al per-
fetto e vero fine; perchè quelle che fono in quefto
grado, è quafi impoffibile che per qualche accidente fi
rallettino. Quelle altre, che fe lo non hanno l'ordine
perfetto, hanno preso il principio. buono, e atto à di-
ventare migliori, possono per l'occorrenza delli acci-
denti diventare perfette. Ma fia ben vero questo, che
mai non fi ordineranno fenza pericolo perchè li affai
uomini, non fi accordano inai ad una legge nuova,
che riguardi un nuovo ordine nella città, se non è
mostro loro da una neceffità che bifogni farlo; e non
potendo venire quefta neceffità fenza pericolo è facil
cofa che quella Republica rovini, avanti che la fi fia
condotta a una perfezione d'ordine. Di che ne fa fede
́appieno la Republica di Firenze, laquale fu dallo acci-
dente d'Arezzo nel II. riordinata: e da quel di Prato
net XII. disordinata.fe
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Volendo adunque discorrere, quali furono li or, dini della città di Roma, e quali accidenti alla fua per fezione la conduffero; dico, come alcuni, che hanno fcritto delle Republiche, dicono, effere in quelle ung de' tre stati, chiamato da loro Principato, d' Ottimati, et Popolare, e come coloro ch' ordinano una città, debbono volgerfi ad uno di quefti, fecondo pare loro più à propofito. Alcuni altri (e fecondo l'opinione di molti più savi) hanno opinione che fieno di sei ragioni Governi, delli quali, tre ne freno pessimi, tre altri fieno buoni in loro medefimi, ma si facili à corromperfi, che vengono ancora effi ad effere pernizioni. Quelli che

fono buoni, sono i soprascritti tre; quelli che sono rei, fono tre altri, i quali da questi tre dipendono, e cias cuno d'effi è in modo fimile à quello che gli è propinquo, che facilmente faltano d'all uno all' altro; perchè il Principato facilmente diventa tirannico; li Ottimati con facilità diventano Stato di Pochi; il Popolare, senza difficoltà in Licentiofo fi converte. Talmente che fe uno ordinatore di Republica, ordina in una città, ung di quelli tre stati, ve lo ordina per poco tempo; perchè nelluno rimedio può farvi, à far che non fdruccioli nel fuo contrario per la fimilitudine che ha in questo caso la virtù ed il vitio. Nacquero queste variazioni di governi, à cafo tra gli huomini: perchè nel princi pio del mondo, fendo li habitatori rari, villero un tempo disperfi, à fimilitudine delle bestie: di poi mul tiplicando la generazione, si ragunarono infieme, e per potersi meglio difendere, cominciarono à riguardare fra loro quello, che fulle più robufto e di maggior cuore, e fecerlo come capo, e l'obedivano. Da questo nacque la cognizione delle cose honeste e buone, differenti dalle perniziose e ree; perchè veggendo che fe uno noceva al fuo benefattore, ne veniva odio e compaffione tra gli uomini, biafinando gl' ingrati,

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ed honorando's quelli che fullero gratie penfando ancora che quelle medefime ingiurie potevano effere fatte à loro per fuggire fimile male fi ridu3 cevano a fare leggi, ordinare punizioni à chỉ contrafaceffe; donde venne la cognizione della giustizia: Laqual cofa faceva che havendo dipoi ad eleggere uno Principe non andavano dietro al più gagliardo, ma à quello che fulle più prudente è più giasto.

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Ma come dipoi fi cominciò à fare il Principe per fucceffione, e non per elezione, fubito cominciarono gli heredi a degenerare dai loro antichi, e lafciando l' opere vituofe, pensavano che i Principi non havessero a fare altro che fuperare li altri difontuosità, e di lascivía, e d'ogni altra qualità deliziofa. In modo che cominciando il Principe ad effere odiato, e per tale odio à temere, e paffando tofto dal timore all' offefe, ne nasceva preffo una tirannide... Da questa nacquero appreffo i principi delle rovine, e delle confpirazioni, et congiure contra i Principi, non fatte da coloro che fullero è timidi ò deboli, ma da coloro che per generohta, grandezza d'animo, ricchezza, e nobilità avanzavano gli altri, i quali non potevano fopportare l' inhonesta vita di quel Principe. La moltitudine adunque feguendo l'autorità di quelți potenti, si armava contro al Principe, e quello Spento, ubbidiva loro come ai fuoi liberatori. E quelli havendo in odio il nome

un folo capo, costituivano di loro medefumi un governo, e nel principio (havendo rispetto alla paflata tiranni de) fi governavaño fecondo le leggi ordinate da loro postponendo ogni loro comodo alla comune utilità, e le cofe private e le publiche con fomina diligenza governa vano e confervavano. Venuta dipoi quefta amininiftrazione ai loro figliuoli, i quali non conofceudo la #ariazione della fortuna, non havendo mai provato il

male,

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male, è non volendo stare contenti alla civile egualità na rivoltifi alla avarizia, alla ambizione, alla ufurpa zione delle donne, fecero che d' uno governo d' Ottimati diventaffe un governo di Pochi, fenza havere rispetto ad alcune civiltà talchè in breve tempo 'in tervenne loro come al tiranno, perchè infastidita da? Foro governi la moltitudine, fi fe miniftra di qualun que difegnaffe in alcun modo offendere quelli governa tori, e così fi levo prefto alcuno, che con l'aiuto della moltitudine li spenfe. Ed effendo ancora fresca la me moria del Principe, e delle ingiurie ricevute da quello havendo disfatto lo ftato de Pochi, e non volendo rifare quel del Principe, fi vollero allo ftato Popolare, e quello ordinarono in modo, che nè i Pochi potenti ne uno Principe vi haveffe alcuna autorità. Et perchè tutti gli stati nel principio hanno qualche riverenza, fi mantenne 'quefto ftato Popolare un poco, ma non molto, maffime fpenta che fu quella generazione, che l' haveva ordinato: perche fubito fi venne alla licenza, dove non fi temevano, nè li uomini privati, ne i publici; di qualità, che vivendo ciafcuno a fuo modo, fi facevano ogni di mille ingiurie. Talchè costretti per neceflità, ò per fuggestione d'alcuno huomo, è per fuggire tale licenza, fi ritorna di nuovo al Principato e da quello, di grado in grado, fi riviene verfo la licenza, ne'i modi e per le cagioni dette. E quefto é il cerchio, nel quale girando tutte le Re publiche fi sono governate, e fi governano; ma rade volte ritornano ne governi medefimi, perchè quafi neffuna Republica può effere di tanta vita, che polla passare molte volte per queste mutazioni, e rimanere in piede.

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Ma bene interviene che nel travagliare una Republica, mancandole fempre configlio e forze, diventa

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fuddita d'uno ftato propinquo, che fia meglio ordinato di lei; ma dato che quefto non fuffe; farebbe atta una Republica à rigirarfi infinito tempo in quefti governi, Dico adunque che tutti i detti modi sono peftiferi, per la brevità della vita, che è ne' tre buoni, et per la malignità che è ne ne'tre rei. Talche havendo quelli che prudentemente ordinano leggi, conosciuto questo difetto, fuggendo ciascuno di quefti modi per fe ftello, n' elessero uno che partecipaffe di tutti, giudicandolo più fermo e più ftabile; perchè l' uno guarda, l' altro, fendo in una medefima città il Principato, li Ottimati, ed il governo Popolare: tra quelli che hanno per, fimili costituzioni: meritato più lode, è Licurgo, il quale ordinò in modo le fue leggi in Sparta, che dando le parti fue à i Re, à gli ottomati, ed al popolo, fece nno stato che durò più che ottocento anni, con somma lode fua, e quiete di quella città. Al contrario intervenne à Solone il quale ordinò le leggi in Athene, che per ordinarvi folo lo ftato Popolare, lo fece di si breve vita che avanti moriffe, vi vidde nata la tirannide di Pififtrato. E benchè dipoi anni quaranta, ne fuffero cacciati gli fuoi heredi, e ritornalle Athene in libertà, perchè la riprese lo ftato Popolare, fecondo gli ordini di Solone, non lo tenne più che cento anni, ancora che per mantenerlo faceffe molte costituzioni, per le quali fi reprimeva l' infolenza de grandi, e la licenza dell' univerfale, le quali non furono da Solone confiderate; nientedimeno perchè la non le mescolò con la potenza del Principato, e con quella delli Ottimati, viffe Athene à rispeto di Sparta breviffimo tempo.

Ma vegniamo à Roma, laquale non oftante che non havesse uno Licurgo, che l'ordinaffe in modo nel' principio, che la poteffe vivere lungo tempo libera nondi

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